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lunedì 10 dicembre 2012

Un po' di storia... (parte seconda)

Su gentilissima concessione dal sito: Siberian Husky Club Italia.
Formato Pdf: Origini della razza, SH Club - Italia.

senza un passato non può esserci futuro

Testo di riferimento
International Siberian Husky Club, Inc. presents “The Siberian Husky” - 3rd  Edition 1994

Per saperne di più
-The Complete Siberian Husky by Lorna B.Demidoff and Michael Jennings Howell Book House
-Il Grande Libro del Siberian Husky di Jessica Vallerino – De Vecchi Editore
-Siberian Husky di Filippo Cattaneo – Sonzogno Editori

Nel nostro sito www.shc-italia.it troverete molti altri libri disponibili Ringraziamo per le traduzioni
il “Broken Ice group” di Roma

All Alaska Sweepstakes Races
di Irving Reed

Il mio primo incontro con un Siberian avvenne a Nome nel Natale del 1900, quando avevo undici anni. Mio padre mi mise in braccio una piccola cucciola bianca con una macchia sulla coda, un  orecchio nero ed un anello nero intorno ad un occhio. Papà mi disse che gli era stata data da un uomo che l’estate precedente aveva portato da Whalen, in Siberia, una femmina bianca come la neve.

Lassie doveva aver avuto un qualche tipo di cane “outside” per padre. Un orecchio stava dritto come avrebbe dovuto stare quello di un vero Siberian mentre l’altro per metà era ripiegato. Il pelo intorno al collo era così folto e pesante che non riuscimmo mai a metterle un collare dal quale non potesse liberarsi, così fu impossibile tenerla legata e mi seguiva ovunque mi piacesse.

L’estate seguente il suo sangue “Outside” la salvò da un brutto e lungo periodo di cimurro, una malattia che significava morte sicura per molti Siberiani e Malamute di sangue puro. Lei fu la madre e la progenitrice di una lunga stirpe di cani da slitta che io allevai quando ero ragazzo a Nome prima di andare all’estero.

Nel 1906 Nome era probabilmente la più importante città mineraria del mondo. Era però isolata, tranne via telegrafo, per oltre sette mesi all’anno dai ghiacci del Mare di Bering; l’unico modo di arrivare ai porti nel sud dell’Alaska era tramite i dog-teams (un normale viaggio verso Seattle durava circa due mesi).

In inverno anche l’accesso alle varie città, alle miniere e ai possedimenti nella Penisola di Seward e nell’ovest dell’Alaska poteva avvenire solo tramite dogteams o mediante un occasionale team di renne mezze addomesticate. Così la gente di Nome ed in particolare i capi delle compagnie minerarie capirono che un dog-team più veloce e più affidabile era una necessità.

Nel 1907 fu fondato il Nome Kennel Club e fu eletto presidente un noto avvocato, Albert Fink, che sviluppò la sua idea di una “All Alaska Sweepstakes Race” per valorizzare le razze nordiche da sleddog e le loro performance.

Fu tracciato un percorso di 204 miglia tra Nome e Candle, nel nord della Penisola di Seward, che attraversava ogni tipo di terreno e che seguiva il più vicino possibile la linea telegrafica Nome-Candle. La gara partiva da Nome fino a Candle e ritorno, per una distanza totale di 408 miglia. Veniva corsa sempre in Aprile, la data esatta dipendeva dal tempo.

La prima All Alaska Sweepstakes Race fu corsa nel 1908 e fu più o meno una sorta di esperimento. In questa gara ed in quella del 1909 furono utilizzate le usuali slitte con cesto pesante, in quelle dopo slitte leggere da corsa. Nella prima gara il tempo di partenza tra un team e l’altro era di 2 ore, il tempo di ogni team veniva calcolato dal momento in cui partiva. Comunque si capì presto che questo dava ad alcuni team vantaggi sugli altri dovuti alla velocità con cui si alzava il vento ed ai repentini cambiamenti delle condizioni della neve.

Nella corsa del 1909 il tempo tra una partenza e l’altra fu ridotto a 15 minuti, in quella del 1910 a 10 minuti ed in quelle del 1911 e 1912 a 5 minuti. In seguito i teams furono fatti partire uno dietro l’altro il più velocemente possibile e si considerava che fossero partiti tutti contemporaneamente.

Nell’estate del 1908 un russo di nome Goosak che commerciava pellicce dalla Siberia, importò un team di piccoli cani che causò una gran quantità di commenti a Nome per la sua eccellente prestazione.

Questo team, guidato da uomo di nome Thustrup, fu iscritto alla seconda All Alaska Sweepstakes Race del 1909 ed arrivò al terzo posto, non vincendo probabilmente perché rimase accecato dalla neve già prima di arrivare a Candle.

La primavera di quello stesso anno 1908 vide l’arrivo a Nome di un giovane scozzese di bella presenza, Fox Maule Ramsay, secondogenito del duca di Dalhousie e laureato all’Università di Oxford, e dei suoi due zii, il colonnello Charles Ramsay ed il colonnello Weatherly Stuart; la sua famiglia aveva investito nei campi minerari di Nome. Con i suoi vent’anni Fox Ramsay entrò con entusiasmo nella vita del Nord, specialmente in quella dei dog-teams. Lui stesso guidò un team di malamute incrociati nella “All Alaska Sweepstakes Race” del 1909, ma non si piazzò nei primi tre posti.

L’estate seguente Fox Ramsay fu convinto da Ivor Olsen, un uomo che aveva familiarità con la Siberia, ad importare cani da li per la gara del 1910. Al costo di 2500 dollari (una somma considerevole a quei tempi), Ramsay noleggiò una delle piccole e numerose barche a motore usate per trasportare merci e commerciare attraverso il mare di Bering e portò a Nome 70 cani, alcuni dei quali erano stati allevati a Markovo, un piccolo insediamento siberiano sul fiume Anadyr. Qualche anno dopo Fox Ramsay mi disse che la prima volta che vide quei cani fu quando essi nuotarono nel fiume per andare incontro alla sua barca.

Ramsay iscrisse tre teams di siberiani nella terza edizione della corsa del 1910, uno per ognuno dei suoi zii ed uno per sé che guidò personalmente. Il team iscritto a nome del Col. Chas. Ramsay e  guidato da “Iron Man”John Johnson, uno Svedese Finlandese, arrivò primo con il tempo di 74 ore, 14 minuti, 37 secondi; il miglior tempo mai fatto nelle 408 miglia. Fox Ramsay arrivò secondo. Il terzo team di siberiani iscritto per il colonnello Stuart e guidato da Charles Johnson, non si piazzò.

Si piazzo terzo invece il team di malamute meticci iscritto da Allan e Darling e guidato da A.A. “Scotty” Allan. Dopo questa corsa Fox Ramsay cedette quei cani ai due musher dei teams dei suoi zii, tenendone uno per il suo uso personale ma non facendo più corse.

Nella quarta “All Alaska Sweepstakes” del 1911 furono iscritti due teams di siberiani – uno da Johnson e Madsen e guidato da “Iron Man” Johnson, ed uno iscritto e guidato da Charles Johnson. Questa corsa fu vinta dal team di malamute incrociati iscritto da Allan e Darling, guidato da “Scotty” Allan. Il secondo posto fu del team di malamute incrociati iscritto e guidato da Coke Hill, che divenne poi giudice. Charles Johnson con i suoi Siberiani arrivò terzo. “Iron Man” Johnson ed i suoi Siberiani non si piazzarono.

Poiché c’erano delle grosse scommesse su questa gara, molti di quelli che persero dissero in giro che “Iron Man” aveva perso deliberatamente.

Nella quinta “All Alaska Sweepstakes Race” del 1912 ci furono solo 4 iscritti. Il vincitore fu “Scotty” Allan con un team di malamute incrociati di Allan e Darling; Alec Holmsen, guidando i suoi stessi cani di razza mista, arrivò secondo. Charles Johnson ed i suoi Siberiani si piazzarono di nuovo al terzo posto.

Nell’autunno del 1907 lasciai Nome per andare al college in California, così persi le prime quattro “All Alaska Sweepstakes”. Tornai a Nome per un anno nel 1911 e vidi la partenza e l’arrivo della corsa del 1912.

Nell’estate del 1911 conobbi abbastanza bene Fox Ramsay perché mia sorella di 18 anni aveva molti ammiratori a Nome e Fox Ramsay era tra questi. Feci anche diverse corse dietro il suo team di Siberiani quell’inverno. Io partii all’inizio dell’estate del 1912 per tornare al college.

Fox Ramsay lasciò Nome con l’ultima nave quell’autunno stesso. L’ultima volta che lo vidi fu quando tornò a Nome nel Settembre del 1913 su un piccolo mercantile dopo aver passato un anno viaggiando in nave, con dog-teams e con teams di renne attraverso la Siberia. So che alla morte del fratello maggiore succedette al ducato del Dalhousie.

La sesta “All Alaska Sweepstakes Race” del 1913 fu vinta dai cani di razza mista iscritti da Bowen e Delzene e guidati da Fay Delzene. “Iron Man” Johnson guidando i suoi Siberiani ebbe il secondo posto ed il terzo posto fu dei razza mista iscritti da Allan e Darling, guidati da “Scotty” Allan. I Siberiani iscritti da Newman e Johnson guidati da un eschimese di nome Illayok non si piazzarono.

La settima “All Alaska Sweepstakes” del 1914 fu vinta da “Iron Man” Johnson ed i suoi Siberiani. I razza mista iscritti da Allan e Darling e guidati da Scotty Allan furono secondi e dei nuovi concorrenti metà malamute e metà foxhound posseduti e guidati da Fred Ayer arrivarono terzi. Leonhard Seppala si iscrisse a questa gara con un team di razza mista ma non si piazzò.

Nel 1914 Roald Amundson decise una spedizione al Polo Nord utilizzando i cani di Nome. Leonhard Seppala ed altri selezionarono il meglio dei cani Siberiani di Nome per Amundson.

Dopo che Amundson rinunciò all’idea a causa della guerra mondiale in Europa, Leonhard Seppala, con l’incoraggiamento della Pioneer Mining Company di cui era dipendente, prese quei cani e li iscrisse alla “All Alaska Sweepstakes Race”.

L’ottava “All Alaska Sweepstakes Race” del 1915 fu vinta da Leonhard Seppala con i suoi Siberiani selezionati. Il secondo posto fu del team di razza mista di Allan e Darling, musher “Scotty” Allan. Il terzo posto fu del team di razza mista iscritto dal Council Kennel Club guidato da Murphy.

La nona “All Alaska Sweepstakes Race” del 1916 fu vinta da Leonhard Seppala con i suoi Siberiani, al secondo posto il team di razza mista di Bowen e Delzene, Fay Delzene musher. Il terzo posto fu del team malamute- foxhound di Fred Ayer.

Io lasciai Nome nel 1917 e non vi passai mai più un altro inverno. Nome fu fortemente danneggiata dalla guerra e si riprese solo parzialmente quando le grandi compagnie di dragaggio preseroil comando nel 1922.
Cambiando i tempi e le persone si pose fine alle grandi corse dei dog-teams. Le All Alaska Sweepstakes del Nome Kennel Club furono, senza alcun dubbio, le più grandi gare di dog-teams mai corse, in quanto tiravano fuori il meglio sia nei cani sia negli uomini.

Leonhard Seppala, un piccolo ma forte uomo di discendenza finlandese, svedese e norvegese, fu il dogmusher più famoso di tutte le All Alaska Sweepstakes.

Nonostante la grande distanza corsa e le avverse condizioni di tempo, pochissimi cani venivano portati stanchissimi o morti sulle slitte dei corridori, ciò era dovuto alla grande attenzione e diligenza con cui erano tenuti. Gli uomini stessi sembravano subire le maggiori sofferenze, alcuni di essi, dopo un viaggio così faticoso, arrivavano a Nome barcollando.


All Alaska Sweepstakes Races
ANNOVINCITORERAZZAPIAZZAMENTO (Team Siberian), MUSHER (teams Siberian).
1908 John Hegness, mixed malemute, Nessun iscritto.
1909 A.A.Allan, mixed malemute, 3°, Thustrup.
1910 John Johnson, Siberian, 1° e 2°, John Johnson e Fox Ramsey.
1911 A.A.Allan, mixed malemute, 3°, Charles Johnson.
1912 A.A.Allan, mixed malemute, 3°, Charles Johnson.
1913 Fay Delzene, mixed malemute, 2°, John Johnson.
1914 John Johnson, Siberian, 1°, John Johnson.
1915 Leonhard Seppala, Siberian, 1°, Leonhard Seppala.
1916 Leonhard Seppala, Siberian, 1°, Leonhard Seppala.
1917 Leonhard Seppala, Siberian, 1° e 2°, Leonhard Seppala e Victor Anderson.

Leonhard Seppiala con alcuni dei suoi cani, compresi i suoi tre più importanti leaders. Suggen, padre di  Togo, in testa, seguito da Fritz , grigio/bianco e da Scotty. (dalla collezione di Sigrid Seppala Hanks)
Il team di Fox Ramsey che si piazzò al secondo posto nella terza edizione dell’All Alaska Sweepstakes del 1910 (dalla collezione di Earl Norris)
John “Iron Man” Johnson con i suoi leader Kolyma (s.) e Jodi (d.)
Fritz leader del team di Victor Anderson piazzatosi al 2°posto della decima e ultima All Alaska Sweepstakes del 1917. Dall’accoppiamento di Fritz, figlio di Sepp e Dolly entrambi importati dalla Siberia, con Shika (Ugruk x Boorka) nasce Harry che accoppiato a Kolyma (Putza x Duska) produce alcuni dei più importanti soggetti come Tosca, Bonzo e Chenuk.

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